Inserisci qui sotto il tuo indirizzo email.
Provvederemo ad inviarti una nuova password per accedere al tuo profilo aziendale.
concezione Chiara Guidi
direzione e regia Chiara Guidi e Vito Matera
con Chiara Guidi
e con Francesco Dell’Accio, Francesca Di Serio, Vito Matera
musiche originali Giuseppe Ielasi, Enrico Malatesta, Natàn Santiago Lazala
per bambini dai 7 anni
Sono state scelte tre fiabe dell’antica tradizione giapponese per una rappresentazione che vede i bambini partecipare in prima persona: alcuni sono invitati in scena a eseguire un preciso lavoro, altri, seduti in platea, vengono sollecitati, attraverso le domande della Narratrice, a un dialogo “filosofico” che intercala i racconti. Tra platea e palco tutti i bambini, dunque, sono dentro lo spettacolo e sperimentano in prima persona lo statuto di rappresentazione, proprio come fanno nel gioco, dove, insieme a altri coetanei, esperiscono il “sentire” più profondo della realtà.
Mentre la Narratrice racconta, dietro le pareti diafane della stanza, all’improvviso la luce affiora e si intravedono ombre, figure geometriche di diversi colori che si sovrappongono, come voci vaghe evocate dalle storie. Le immagini appaiono e,con la stessa ineluttabilità, scompaiono, mentre i personaggi delle storie, trasgredendo la regola “Non aprire!” e infrangendo il vincolo del segreto, perdono tutto quello che avevano ricevuto in dono ritrovando la loro condizione iniziale di povertà.
La trama delle fiabe giapponesi non ha il lieto fine, a differenza di quelle classiche della nostra tradizione. Alla fine rimane solo il Vuoto e il protagonista si ritrova sempre là dove la storia era incominciata.
Dunque non succede nulla? Davvero non è avvenuto nulla? Il vuoto e il nulla sono la stessa cosa?
Oppure nel Vuoto e nel Nulla, il Vuoto e il Nulla hanno una forma che li caratterizza? Come si fa a vederla?
Occorre stare fermi e ascoltare mentre i lati della stanza si riempiono di immagini luminose che vibrano e passano. Da dove vengono, dove vanno?
Davvero non ho visto nulla?Oppure ciò che ho visto prima arricchisce ciò che rimane dopo e quindi il dopo è più ricco di prima?
Durante lo spettacolo la Narratrice pone domande ai bambini sul Nulla e sul Vuoto, li interroga per dare voce a quei molteplici livelli di realtà che solitamente una forma comporta e di cui la cultura infantile, vicina all’origine delle cose, sa vedere il fondo “contraddittorio”.
I bambini – che con la forza del gioco sanno scavare il visibile, possono dare risposte a domande che mescolano mondi diversi, con quella naturale tensione a non accontentarsi della realtà. Abbiamo bisogno della cultura infantile – e di sperimentare una verità più profonda –per vedere ciò che non c’è, per aprirci a un mondo e per aprire un mondo
(Chiara Guidi)