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A MONSUMMANO ALTO, SPAZIANDO LONTANO CON LO SGUARDO
Data 22 Ottobre 2019

A MONSUMMANO ALTO, SPAZIANDO LONTANO CON LO SGUARDO

Ci andai anni fa per la prima volta in occasione di un matrimonio e la bellezza della vista mi mozzò il fiato. Sì, perché Monsummano Alto, dalla sommità del colle su cui sorge, a 340 m sul livello del mare, domina tutta la Valdinievole: gli occhi spaziano lontano, fino al Padule di Fucecchio, le montagne pistoiesi e Lucca e, specie di notte, il panorama è veramente suggestivo, con le luci che punteggiano a grappoli la vallata. Ci si arriva da Monsummano Terme, su una strada prima in leggera salita, poi sempre più ripida e stretta nell’avvicinarsi alla rocca.
Questo luogo ha una sua storia, e molto antica. Il Castello di Monsummano Alto è il nucleo originario di Monsummano, costruito su una collina a forma di cono asimmetrico: si suppone sia di epoca longobarda, ma una parte potrebbe anche risalire all’età antica o altomedievale, quando la valle era completamente disabitata perché occupata da una palude. Dopo alterne vicende per cui passò a più riprese dal controllo di Lucca a quello di Firenze e che lo videro anche conquistato da Castruccio Castracani, nel 1331 la Repubblica fiorentina se ne impossessò nuovamente, per tenerlo fino all’Unità d’Italia.
Della fortificazione rimangono: ampi tratti delle mura, che un tempo si allungavano per 2 km, in parte nascosti dalla vegetazione, con due delle tre porte, quella di “Nostra Donna”, a nord-ovest, e quella detta “Porticciola” o “del Mercato” verso Montevettolini; una sola torre pentagonale su cui si salina da un’entrata sopraelevata, a circa 7 m da terra, molto bella, che, grazie a un’illuminazione particolare, di notte si vede dal fondo della valle; la chiesa romanico-gotica di San Nicolao, con una cappella che oggi ospita una struttura ricettiva; qualche vecchia casa, l’antica chiesa di San Sebastiano, e, un po’ nascosti dalle piante, ad ovest i resti di un convento e ad est i ruderi dell’antico Spedale di San Bartolomeo. Monsummano Alto vale sempre una visita, per la sua natura e ricchezza storica e archeologica. Per goderlo al meglio, salite sul colle in primavera, magari a maggio, quando sbocciano orchidee e altri fiori colorati spontanei, oppure in una notte d’estate, quando rimarrete stupiti dalla forza evocativa del suo panorama.

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